Il progetto Extreme Recycling of Asphalt (scarica qui la documentazione) si è posto gli stessi obiettivi della Circular Economy che, in campo stradale, si concretizzano nel diminuire l’afflusso in discarica di ingenti quantità di materiale fresato (indicato anche con l’acronimo RAP Reclaimed Asphalt Pavement), proveniente dalla demolizione di vecchie pavimentazioni, e nel risparmiare rilevanti risorse naturali, attraverso l’inserimento sul mercato di aggregati riciclati.
Raggiungere tali obiettivi – senza dover rinunciare alle prestazioni – è stata la sfida maggiore: si è potuto realizzare quanto prefissato, grazie a tecnologie in grado di garantire anche benefici ambientali in termini di risparmio energetico, riduzione delle emissioni in atmosfera e contenimento della carbon footprint.
L’evidente innovazione intrinseca negli argomenti trattati nel progetto Extreme Recycling of Asphalt trova attualmente pieno riscontro nel documento in fase di elaborazione da parte del Ministero dell’Ambiente riguardante i Criteri Ambientali Minimi (CAM) per la progettazione e i lavori inerenti la costruzione, manutenzione e adeguamento funzionale delle infrastrutture stradali.
Tale documento – che risulta essere parte integrante del Piano d’Azione per la Sostenibilità Ambientale dei Consumi nel Settore della Pubblica Amministrazione (ovvero Piano d’Azione Nazionale sul Green Public Procurement PAN GPP) – stabilisce, ai sensi del D. Lgs. 50/2016 (Codice degli Acquisti Pubblici), i criteri ambientali minimi che le Amministrazioni pubbliche devono utilizzare nell’ambito delle procedure per l’affidamento dei servizi di progettazione e i lavori inerenti la costruzione, manutenzione e adeguamento funzionale delle infrastrutture stradali.
Lo stesso D. Lgs. 50/2016 prevede che l’applicazione dei CAM nelle gare d’appalto sarà monitorata dall’Autorità Nazionale Anti Corruzione (ANAC) al fine di valutare l’attuazione pratica delle politiche nazionali in materia di appalti pubblici e di stimarne, ove possibile, gli effetti in termini di riduzione degli impatti ambientali.
La portata degli effetti che deriveranno dall’entrata in vigore dei CAM è testimoniata dal dibattito che tale documento ha generato tra gli addetti ai lavori rappresentati dalle Pubbliche Amministrazioni e, principalmente, dalle Imprese di costruzioni. Se da un lato risulta più che apprezzabile lo spirito innovativo a spiccata vocazione ambientale che caratterizza le linee guida sui CAM attualmente in discussione, è pur vero che da parte dei diretti interessati (soprattutto sul fronte delle Imprese, ma non solo) sussistono molte perplessità che dovrebbero indurre ad una applicazione graduale di tali criteri durante un adeguato periodo transitorio. Tali perplessità sono principalmente motivate dall’esigenza dettata dai CAM, di introdurre miscele innovative per le quali non sussistono adeguate conoscenze tecniche e scientifiche consolidate.
Per questo motivo il progetto ERA fornisce ad Amplia Infrastructures la possibilità concreta di colmare tale gap, rendendo immediatamente attuabile il trasferimento tecnologico delle esperienze acquisite alle lavorazioni di routine in ambito autostradale ed aeroportuale.